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L'attivit?politica

Dalla Consulta agli incarichi di governo (1945-1975)

Terminata la guerra, Taviani s’impegna a favore della Repubblica. Nominato nella
Consulta Nazionale, viene poi eletto all’Assemblea Costituente, dove ?relatore
nella III Sottocommissione per gli articoli sulla propriet?(41-45 del testo
definitivo). Nelle elezioni del 1948, e poi in tutte le successive, sino a quelle del
?6, riesce sempre primo eletto nelle liste liguri della Dc per la Camera dei
Deputati (risulter?il pi?votato anche tra i candidati di tutti i partiti della regione).

Tra il ?7 e il ?0 ?vicesegretario e poi segretario politico nazionale della Dc. Nel
partito sosterr?sempre l’impostazione laica voluta da De Gasperi. Nel ?0 dirige a
Parigi la delegazione italiana per il Piano Schuman, primo fondamentale passo
verso la costituzione dell’Europa unita. Come sottosegretario di De Gasperi al
Ministero degli Esteri (1951), poi come ministro per il Commercio Estero (1953),
poi ancora della Difesa (dal ?3 al ?8), Taviani sostiene la scelta filo-atlantica, ma
sempre nella prospettiva europeista: ?uno dei pi?tenaci fautori della formazione
della Ceca, della Cee e infine dell’Unione Europea4. Come ministro della Difesa
promuove il rientro della Repubblica Federale Tedesca nella compagine
occidentale, ha un ruolo di primo piano nella soluzione della questione di Trieste
(pubblicher?poi il diario di quelle vicende in I giorni di Trieste) e d?concreta
attuazione all’accordo tra governo italiano e Nato per la struttura militare Stay
Behind.

Tra il ?3 e il ?4 mantiene quasi ininterrottamente un incarico da ministro in tutti i
successivi governi. Oltre i dicasteri gi?menzionati, ricoprir?quello delle Finanze
(1959-60), del Tesoro (1960-62), dell’Interno (1962-68, 1973-74), del
Mezzogiorno (1968-?2, 1973), del Bilancio (1972).

Alle Finanze riforma alcune delle imposte pi?antiquate. Al Tesoro s’impegna per
la convertibilit?della lira con l’oro. Come ministro dell’Interno favorisce
l’attuazione dell’autonomia regionale prevista dalla Costituzione 5 avvia il
processo di coinvolgimento nelle attivit?di protezione civile delle associazioni di
volontariato (cattoliche e laiche)6, e conduce la lotta contro il banditismo sardo e la
mafia, cos?come quella contro gli attentati in Alto Adige, il neofascismo stragista
(nel ?3 mette fuori legge Ordine Nuovo) e le Brigate Rosse (sono del settembre
1974 i primi arresti di Curcio e Franceschini).


Cristianesimo sociale, atlantismo, aperture a sinistra

La formazione nei gruppi del movimento cristiano-sociale caratterizza l’ingresso di
Taviani in politica. Il suo contributo alla Costituente e il volume su La Propriet?/em>
saranno definiti ‘socialisteggianti?

I primi anni della ‘guerra fredda?trovano per?Taviani tra i pi?decisi sostenitori
dell’inquadramento militare dell’Italia nella Nato, intesa come unica garanzia
possibile per la sicurezza internazionale del Paese. Questa sua posizione, e
soprattutto la sua attivit?come ministro della Difesa, gli attirano le critiche delle
forze socialcomuniste.

Ma gi?nei primi anni Sessanta Taviani afferma la necessit?di aprire a sinistra:
anticipa in ambito regionale, in Liguria, quell’alleanza tra Dc e Psi che poi sosterr?i
governi nazionali. Nel ?4, essendo ministro dell’Interno, respinge con fermezza la
proposta del Presidente della Repubblica, Antonio Segni, di dirigere un governo
d’emergenza teso ad imporre al paese una svolta autoritaria in funzione
anticomunista7. Negli anni seguenti prevalgono le critiche delle forze conservatrici.

Dopo il golpe cileno, Taviani riconosce il cambiamento in atto nel Pci di Berliguer;
ne apprezzer?poi la collaborazione nel contrasto delle organizzazioni illegali armate
(di destra e di sinistra), durante l’ultimo periodo al dicastero dell’Interno. Alla fine
del ?4 Taviani entra in urto con il vertice democristiano, che lo ritiene troppo
sbilanciato a sinistra: a partire d’allora assumer?solo incarichi istituzionali, non pi?
di governo8.

Nel dopoguerra Taviani scampa alle successive condanne a morte
dell’Organisation de l’Armée Secrète, di Ordine Nuovo, delle Brigate Rosse.


Senatore a vita (1976-2001)

Nel ?6 Taviani viene eletto senatore della Repubblica, sar?poi rieletto in tutte le
successive consultazioni fino a quella del 1987. ?presidente della prima
Commissione Parlamentare di vigilanza sulla Rai dal 1976 al ?9. Poi, fino al 1987,
?Presidente della Commissione Affari Esteri del Senato. Dal 1986 al 1992 ?
Vicepresidente vicario del Senato. Nel 1991 ?nominato senatore a vita “per meriti
sociali, letterari e scientifici ?

Le inchieste di 'tangentopoli' non sfiorano la figura di Taviani, che non venne mai
coinvolto in scandali finanziari e non ricevette mai 'avvisi di reato' o 'di garanzia'.

Lo scioglimento della Dc trova Taviani in posizione piuttosto distaccata dalle
vicende partitiche. Ma nel ?5 entra a far parte del nuovo Partito Popolare (nel
centro-sinistra): s’impegna per esso nella campagna elettorale del ?6 e ancora in
quella del 2001. In una delle ultime interviste, Taviani auspica l’adesione del Ppi al
gruppo socialdemocratico europeo9.
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5G. Rumi, “Introduzione? in P.E. Taviani, Discorsi parlamentari, Bologna: Il
Mulino, 2005, p. 17.
6 DDL 3946/67, art. 4, l. d. Nello stesso anno Taviani firma il primo riconoscimento
dell’Arci come ente assistenziale.
7 F. Giorgino, Intervista alla prima Repubblica, Milano: Mursia, 1994, pp. 50-55.
8S. Fangareggi, “Paolo Emilio Taviani? in Il Parlamento Italiano. 19, Milano:
Nuova Cei, 1992, pp. 355-377.
9 P. Lingua, “Il Ppi in Europa con i socialisti? in La Stampa, 27 giugno 2001, p. 25.