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L'impegno nella Resistenza (1943-1945)

Fin dagli anni del liceo Taviani aderisce all’area del movimento cattolico pi?
sensibile alla questione sociale. Passato all’universit? diviene dirigente della
Fuci (Federazione universitaria dei cattolici italiani) genovese. In seguito ai Patti
Lateranensi, per un breve periodo condivide l’illusione che il fascismo possa
evolversi in un movimento di riscatto sociale e nazionale, ispirato dai valori
cattolici: a diciotto anni, appena iscritto all'universit? entra a far parte del Guf di
Genova; a ventuno partecipa ai Littoriali della cultura. Ma la politica bellicista
del regime e soprattutto le leggi razziali del ?8 sciolgono l’illusione. Alla vigilia
della guerra Taviani ?decisamente schierato nel campo degli antifascisti: fonda i
“gruppi di studio cristiano-sociali?a Pisa, Livorno, Lucca e Genova. Il 27 luglio
del ?3, all’indomani della caduta del regime, fonda la sezione ligure del ‘Partito
cristiano-sociale democratico?(poi Democrazia Cristiana) unendo i giovani del
movimento cristiano-sociale con gli anziani del Partito Popolare.

Subito dopo l? settembre (con il nome di copertura di Riccardo Pittaluga) ?
tra i costitutori del clandestino Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria
(Cln-Liguria), come rappresentante della Dc. Gli ?affidato il reperimento di
contributi finanziari per la lotta partigiana, attivit?che lo porta spesso a recarsi
tra le brigate di montagna (?di questo periodo la profonda amicizia con i
comandanti Aldo Gastaldi, ‘Bisagno? e Aurelio Ferrando, ‘Scrivia?. Effettua
missioni di collegamento con il Cln-Alta Italia (a Milano) e con gli osservatori
militari alleati paracadutati oltre la linea del fronte. Cura inoltre La voce
d’Italia, periodico illegale della Resistenza ligure. Nel dibattito all’interno del
Cln regionale Taviani sostiene sempre la necessit?di un comando militare
unico, capace di coordinare in modo efficace l’impegno dei tanti volontari delle
varie tendenze politiche1.

La notte del 23 aprile del ?5 il Cln-Liguria assume la direzione
dell’insurrezione di Genova. Il 26 aprile ?Taviani ad annunciare l’avvenuta
Liberazione della citt? in un messaggio radiofonico rilanciato dalla Bbc:
“Genova ?libera, popolo genovese esulta! Per la prima volta nella storia di
questa guerra un corpo d’esercito si ?arreso alla forza spontanea di un popolo:
il popolo genovese!?
(per il suo impegno nella Resistenza Taviani sar?poi insignito di medaglia d’oro
per meriti di guerra, in Italia, delle medaglie d’oro al merito negli USA e
nell’URSS, col titolo di Grande Ufficiale della Legion d’Onore in Francia)2.
La trasmissione radiofonica 'La Liberazione di Genova' del 23 Aprile 2015
?disponibile nella pagina dei collegamenti.

Taviani tratter?delle vicende cospirative nella Breve storia dell’insurrezione
di Genova, nella raccolta narrativa Pittaluga racconta e in decine di articoli e
interventi pubblici. Particolarmente significativo il breve saggio pubblicato su
Civitas, nel 1983, in cui Taviani definisce la Resistenza italiana “La guerra dei
cento fronti? una formula in seguito ripresa dalla storiografia3.

Le origini resistenziali connoteranno l’intero arco della sua attivit?politica. Dal
?3 sar?Presidente della Federazione Italiana dei Volontari della Libert?(Fivl).
Nel 1987 sar?nominato presidente del Museo Storico della Liberazione di
Roma ‘Via Tasso? Il 25 aprile 1994, a Milano, terr?un appassionato discorso
in difesa dei valori della Resistenza, nel corso di una grande manifestazione
popolare particolarmente avversata dalla coalizione uscita vincente dalle recenti
elezioni politiche. Nel 2001 celebrer?la prima Giornata della memoria presso il
Museo di ‘Via Tasso?

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1 G. Gimelli, La Resistenza in Liguria, Roma: Carocci, 2005, pp. 651-652.
2M.E. Tonizzi (a cura di), «A wonderful job? Genova aprile 1945: insurrezione
e liberazione, Roma: Carocci, 2006, pp. 52, 84-85, 92-93, 120, figg. 3, 14; C. Brizzolari, Un
archivio della Resistenza in Liguria, Genova: Di Stefano, 1974, pp. 317-362.
                 3P.E. Taviani, “La guerra dei cento fronti? in Civitas, 34.1 (1983), pp. 5-9; cfr. G.
Gimelli, La Resistenza in Liguria, cit., pp. 979-981.